Criptozoologia › Dinosauri sopravvissuti

PTERANODONTI ANCORA IN CIRCOLAZIONE!

Pterodattilo 5Cos'è uno pteranodonte? si tratta di un dinosauro volante, con un'apertura alare di circa sette metri, estinto milioni di anni fa, che potete ammirare nel fossile sulla sinistra...

Ma si sarà davvero estinto?

 

Questo è un estratto di un articolo apparso sul Tombstone Epitaph del 26 Aprile 1890: “Un mostro alato, dalle sembianze di un enorme alligatore con una coda estremamente lunga e un immenso paio di ali, è stato trovato nel deserto tra le montagne Whetstone e le montagne Hachuca da due lavoratori di un ranch che stavano tornando a casa dalle Hachucas.

Taglio il resoconto della battuta di caccia effettuata dai due uomini contro la creatura, che era stremata a causa del volo (basta sapere che è stata abbattuta a fucilate), e giungo direttamente alla descrizione riportata nell'articolo: “Gli uomini si sono avvicinati con cautela, con i cavalli che sbuffavano per il terrore, e si sono accorti che il mostro era morto. Allora hanno provveduto a fare un esame ed hanno trovato che misurava circa ventisette metri e mezzo di lunghezza e che il diametro maggiore era di un metro e mezzo. Il mostro aveva soltanto due piedi, situati a piccola distanza da dove le ali erano unite al corpo. La testa era, secondo la loro stima, lunga circa due metri e mezzo, con le mascelle che portavano numerosi denti forti ed acuminati. I suoi occhi erano larghi come un piatto per la cena e si sporgevano per metà dalla testa. Gli uomini hanno avuto qualche difficoltà a misurare le ali, in quanto erano parzialmente ripiegate sotto il corpo, ma finalmente sono riusciti a spiegarne una in maniera sufficiente per ottenere una misurazione di ventitre metri e mezzo, il che porta la lunghezza totale dell'apertura alare a quarantotto metri. L'ala era composta da una membrana spessa e quasi trasparente ed era priva di penne, piume e pelo, così come l'intero corpo. La pelle del corpo era invece più sottile, e veniva facilmente penetrata dai proiettili.”

Un po' troppo grande, a mio parere, ma si sa che cacciatori e pescatori tendano ad esagerare sulle dimensioni delle loro prede...

E non si tratta dell'unico avvistamento in America:

nel 1992 il settimanale australiano People ha raccontato la storia di un piccolo aereo che si è quasi scontrato con una gigantesca lucertola volante sopra la giungla del Brasile:, al di sopra di un rilievo montuoso. Il pilota, la hostess e tutti i passeggeri hanno visto la creatura. George Biles, un antropologo statunitense che si trovava a bordo dell'aereo, ha dichiarato: “quello era sicuramente un esemplare di pterodattilo bianco con un'apertura alare gigantesca. Naturalmente avevo già sentito parlare da diversi anni di questi racconti su creature preistoriche che ancora esisterebbero in Amazzonia. Ma ero scettico come chiunque altro. Eppure quello non era un aereo o un UFO che volava vicino a noi. Era uno pterodattilo.”

E ancora a Cuba, nel 1971. Eskin Kuhn, un militare statunitense, riporta il suo avvistamento. Era una calda giornata di sole, quando questo soldato, guardando verso l'oceano, vide una copia di pterosauri volare a bassa quota, a circa trenta metri di altezza. Le creature vennero descritte come volatili dalle ali simili a quelle dei pipistrelli, con un'apertura alare di circa tre metri, e un corpo lungo un metro e mezzo, zampe attaccate al lato posteriore delle ali, una lunga coda con un ciuffo di pelo alla fine. Il modo in cui muovevano le ali era simile a quello dei corvi.

Comunque, questi avvistamenti sono solamente un indizio...

 

Ora andiamo ad esaminare alcune storie che vengono dall'Oceania.

Secondo la mitologia della Papua Nuova Guinea, il Ropen è un rettile volante, dalle abitudini notturne, che possiede ali da pipistrello, un becco munito di denti, artigli affilati e una lunga coda.

Il primo riferimento documentato su questa creatura si trova su una carta nautica del 1595, in cui appariva un disegno di una creatura con un lungo becco, ali da pipistrello e coda biforcuta, con l'avvertimento di fare attenzione a questo mostro marino.

Duane Hodgkinson, un militare residente a Finsachen, in una sera dell'agosto del 1944, lo avvistò nel cielo e lo descrisse come un'enorme creatura di colore grigio scuro, dotato di una coda lunga dai tre ai quattro metri, un'apertura alare di circa sei metri, un collo serpentino e una protuberanza sul retro del capo.

Jim Blume, missionario che visse in Nuova Guinea per trent'anni, disse di aver parlato con numerosi testimoni oculari degli avvistamenti, e che le descrizioni erano simili. Nel 2004 Jonathan Whitcomb fece lo stesso, sull'isola di Umboi, ottenendo risultati simili.

Questo essere è anche conosciuto come Duwas, Kundua, Seklobali e Wawanar

Ma purtroppo anche questo è solamente un indizio...

E infine raggiungiamo l'Africa centro orientale, alla ricerca del Kongamato.

La prima apparizione in occidente di questo nome risale al 1932, quando Frank Welland, un esploratore, la descrisse nel suo libro, “In Witchbound Africa”

Questa creatura, il cui nome nell'idioma locale, significa “Sopraffatore di Barche”, è descritto come una creatura rossastra con ali di pelle, senza penne o piume. Welland mostrò ai testimoni oculari numerose immagini di volatili, tra cui anche animali estinti, e tutti indicarono lo pterodattilo come la creatura che avevano visto. Secondo Welland, i nativi non considerano il Kongamato come un demone o una creatura soprannaturale, ma come un animale molto pericoloso. Secondo le indicazioni dei nativi, il Kongamato dovrebbe vivere nelle Jiundu Swamp, nella parte nordoccidentale dello Zambia, una zona che secondo i paleontologi sarebbe stata l'habitat naturale di un simile rettile.

Nel 1958 Maurice Burton, giornalista scientifico dell' “Illustrated London News” scrisse che vi erano stati numerosi avvistamenti in Africa di una creatura simile ad uno pterodattilo. E puntualizzò anche che lungo le coste dell'Africa era stato pescato un Celacanto, un pesce contemporaneo degli pterodattili...

E ora torniamo nuovamente indietro nel tempo, e andiamo nel 18° secolo...

Pigafetta, in un resoconto sul Regno del Congo (The Harleian Collections of Travels vol II, pag. 457, anno 1745), riportò i resoconti di E. Lopes, secondo cui “sulla zona costiera che va dal fiume Ambrize fino al fiume Coanza, andando verso sud, ci sono inoltre certe creature che, essendo grandi come un montone, hanno ali come i draghi, con lunghe code e lunghe mascelle, e diverse file di denti, e si nutrono di carne cruda. Il loro colore è blu e verde, la loro pelle sembra ricoperta di squame, e hanno solo due zampe.” (nota del sottoscritto: il drago nelle leggende occidentali era descritto con ali e quattro zampe. Se Lopes o Pigafetta avessero voluto descrivere un drago, lo avrebbero probabilmente descritto con quattro zampe.)

Il Dottor J.L.B. Smith, famoso per la sua indagine sul Celacanto (il fossile vivente) scrisse nel suo libro Old Fourlegs (Antichi Quadrupedi) del 1956 a proposito di draghi volanti che vivevano vicino al Kilimanjaro, in Tanzania: “un uomo una notte ha visto tale creatura che volava. Non metto in dubbio che esista almeno la possibilità che tale essere possa ancora esistere.” (pag. 108-109)

J.P.F. Brown, ingegnere che si trovava vicino al lago Bangweulu nello Zambia, nel 1956 riferì la seguente storia: stava tornando in automobile a Salisbury da una visita a Kasenga, nello Zaire. Alle sei del pomeriggio stava facendo una sosta a Fort Rosebery, appena a ovest del lago Bangweulu, quando vide due creature che volavano lentamente e silenziosamente nel cielo. L'uomo notò che avevano un aspetto preistorico, con lunghe code e teste strette. Egli stimo che avessero apertura alare di circa un metro e, quando una delle creature aprì il becco, Brown poté vedere un gran numero di denti acuminati. Questa notizia apparve sul Rhodesia Herald del 2 aprile 1957.

Nel 1957 (appena un anno dopo questo avvistamento) sempre a Fort Rosebery, un uomo fu ricoverato in ospedale con gravi ferite alla schiena. Il nativo disse di essere stato attaccato da un grosso uccello nella palude di Bangweulu. Quando gli fu chiesto di disegnare l'animale, l'uomo disegno una creatura molto simile ad uno pterosauro...

Vi sono altri racconti sul Ropen o sul Kongamato, ma oramai temo di annoiarvi. E quindi andiamo al dunque...

Come ho scritto prima un indizio è un indizio;

due indizi sono due indizi;

ma tre indizi sono una prova!

Nel continente americano si trovano resoconti di avvistamenti di Pterodattili.

In Africa si trovano resoconti di avvistamenti di Pterodattili.

E anche in Oceania abbiamo questi resoconti.

In tre continenti si parla di lucertole volanti con becchi dentati, ali da pipistrello e lunga coda. E si tratta di popolazioni che non hanno mai avuto contatti tra di loro. Qualcosa di vero ci deve essere...

E ora alcune foto prese dalla rete...

 

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