Misteri Archeologici › I misteri delle mummie

I MISTERI DELLE MUMMIE

 

L'America, come tutti sappiamo, è stata scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492. Nel corso degli anni sono state trovate prove che indicano una presenza vichinga nel X-XI secolo dopo Cristo, ma teniamo come data il 1492, visto che è una data “certa”. Comunque, prima dei Vichinghi l'America era un continente inesplorato dagli abitanti del vecchio mondo. Vero?

 

1976 La dottoressa Michelle Lescot, ricercatrice del Musée National d'Histoire de Paris stava esaminando la mummia del faraone Ramesse II (nato nel 1297 a.C., e morto nel 1213 a.C.), quando fece una scoperta sensazionale. Tra le bende e i resti della mummia trovò dei residui vegetali, frammenti di foglie di tabacco.

La notizia fece scalpore tra gli egittologi e i botanici, in quanto quella pianta era sconosciuta agli antichi egizi. La scoperta venne considerata un errore della dottoressa, e venne dimenticata.

 

1992 Svetlana Balabanova, una tossicologa dell'Istituto di Medicina Legale di Ulm, esaminò alcuni campioni presi da alcune mummie conservate nel museo di Monaco. I campioni erano costituiti da frammenti di tessuto osseo e di epidermide, muscoli del capo e muscoli addominali.

La dottoressa Balabanova, sorpresa dai risultati ottenuti, decise di far esaminare ad altri tre laboratori i campioni da lei utilizzati, ottenendo lo stesso responso.

Tutti i test fatti alle mummie dimostravano che esse contenevano notevoli quantità di Nicotina e di Cocaina, entrambe sostanze che si trovavano esclusivamente nel continente americano, oltre a tracce di Hashish, proveniente dall'Asia. Tutti questi esami sono stati avvalorati dalla Cromatografia.

 

Da dove venivano le piante di Tabacco e di Cocaina, visto che gli unici luoghi in cui crescevano dovevano ancora essere scoperti, e sarebbero occorsi ancora duemila anni prima della loro scoperta?

Escludendo tutto ciò che è impossibile quello che rimane, per quanto incredibile, è la verità: escludendo quindi l'esistenza in Africa o in altre zone del vecchio mondo di piante di tabacco e di cocaina, che se venivano coltivate per l'utilizzo che evidentemente veniva fatto non si sarebbero certamente estinte, l'unica risposta che rimane è che tali piante venivano esportate dal continente americano.

 

Però, un indizio non è una prova. Esistono altre tracce del possibile utilizzo di queste piante in epoca passata? Torniamo indietro nel tempo di qualche anno...

 

1930 Stefan Przeworski, un orienatalista che stava facendo delle ricerche in Siria, registrò il ritrovamento di curiosi oggetti che vennero catalogate come pipe, e che risalevano al periodo che andava dall'850 a.C. al 1200 a.C., quindi un epoca compatibile con la vita di Ramesse II.

Si ritiene che tali oggetti venissero utilizzati principalmente come incensieri, soffiando attraverso il tubo si ravvivava la fiamma.

In alcuni bassorilievi fenici viene invece mostrato che il tubo veniva utilizzato per “inspirare”, e quindi compiere l'azione del fumare. Probabilmente i Fenici avevano appreso tale pratica da una delle civiltà incontrate nel corso dei loro viaggi ai confini del mondo conosciuto. Ma quale civiltà “fumava” in epoca fenicia? Esistevano connessioni tra questa fantomatica civiltà e la presenza di Tabacco e Cocaina nell'Egitto dei Faraoni?

 

Forniamo ora delle risposte, ma fate attenzione: queste risposte porteranno nuove domande...

 

La pianta del tabacco, quella proveniente dal sudamerica, si chiama Nicotiana Tabacum. Ma esistono prove che in alcune zone dell'Africa, tra cui il Sudan Occidentale, veniva utilizzata una pianta chiamata Nicotiana Rustica, che era una varietà selvatica del Tabacco. L'atto di fumare questa pianta era definito Tubaq, termine che venne mutato in vari dialetti africani con Tama, Tawa e Taba.

 

Questa piana fu anche citata in un trattato di Ibn Al Baitar, un medico arabo vissuto nel medioevo, che la descrive come “una specie di albero che cresce sulle montagne della Mecca, con lunghe e affusolate foglie verdi che scivolano tra le dita se schiacciate”. Nella descrizione del medico, tale pianta “raggiunge le dimensioni di un uomo”, “cresce in gruppi” e “non se ne trova mai una da sola”. Sempre secondo Ibn Al Baitar, “se assunto per bocca o applicato come medicazione è benefico come antidoto per i veleni ed è un rimedio per la rogna e la scabbia, per il prurito e le febbri prolungate, le coliche, l'itterizia e le occlusioni al fegato”.

 

Quindi la pianta del tabacco esisteva nel vecchio mondo in epoche precedenti alla scoperta dell'America. Il mistero è risolto, quindi?

Non esattamente...

L'atto di fumare, come detto in precedenza, era detto Tabaq. Questo era il termine che veniva usato in Africa prima della scoperta dell'America.

Ma la parola Tabacco non deriva da Tabaq, la pianta veniva chiamata Tabacco dai popoli precolombiani. La somiglianza delle due parole è chiaramente eccessiva, a meno che non abbia la stessa origine etimologica.

Tutti gli indizi portano a due sole possibilità: o la pianta, e con essa il relativo nome, è stata portata in Africa dall'America prima del viaggio di Cristoforo Colombo, oppure sia la pianta che il nome sono state portate in America dall'Africa, sempre prima del viaggio di Colombo. In entrambi i casi, in epoche passate è esistito un collegamento marittimo tra i due continenti. Visto consideranto che il faraone Ramesse II è morto nel 1213 a.C., e che le pipe più antiche ritrovate in sudamerica risalgono al 1500 a.C., questo collegamento tra i due continenti risale, come minimo, al 1213 a.C, quindi 2700 anni prima della spedizione di Cristoforo Colombo.

Certamente, rimane sempre la possibilità che le due parole siano così simili per motivi casuali. Ma questa sarebbe una possibilità statisticamente assurda.

 

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