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GENERATORI ENERGETICI

 

Biblioteca di Ujjain, Madhya Pradesh, India.

Dopo aver parlato dei Vimana, torniamo nuovamente in India, e consultiamo un altro antico manoscritto, redatto da Agastya (un Rishi, termine indiano che indica uno scriba), l'Agastya Samhita.

Ecco il testo : "Disponi un piatto, o una piastra, di rame ben pulito in un vaso di ceramica; coprilo con uno strato di solfato di rame e riempi tutto il resto con segatura bagnata. Distendi un foglio di zinco sulla segatura e coprilo con amalgama di mercurio. Se lascerai sporgere dal vaso una striscia di rame unita alla placca, tra la striscia e il foglio di zinco si produrrà uno stato di energia di nome Mitra-Varuna; questa sarà in grado dividere l'acqua in Pranavayu (Idrogeno) e Udanavayu

(Ossigeno). Stai attento che la striscia di rame non tocchi il foglio di zinco, in questo caso l'effetto sparirebbe. Se disporrai una catena di questi vasi uno dopo l'altro, otterrai una grande energia."

Questa è la descrizione di una “pila a gas”, un'invenzione realizzata nel 1839 da William Grove, avvocato Gallese con l'hobby della chimica...

 

Ma chi era Agastya? Era un sapiente che, secondo le tradizioni, ha portato la cultura brahminica nelle regioni meridionali dell'India. Agastya è venerato in particolar modo nelle aree dravidiche, in cui (secondo la letteratura Tamil) ha insegnato scienza, religione e filosofia, ed è considerato l'autore degli inni dal 165 al 191 del primo Mandala del RgVeda.

 

A questo punto, parliamo un po' delle origini dei RgVeda, o anche Rgveda Samhità.

La traduzione del nome è “La Sapienza degli Inni” oppure “La Sapienza delle Strofe”, mentre Samhità significa “Raccolta”. Si tratta dei più antichi testi sacri giunti a noi, e fanno parte dei Veda (che contengono anche altri testi, tra cui il Ramayana di cui ho parlato nell'articolo riguardante i Vimana). La datazione approssimata del RgVeda risale al secondo millennio avanti Cristo, probabilmente tra il 2000 e il 1700 a.C.

I Veda appartenevano al popolo Arii, che invase l'India in quel periodo, proveniente dall'attuale Afghanistan. Quindi, nei testi sacri di questo popolo, abbiamo la descrizione di un generatore di energia (pila a gas) e dei Vimana (veicoli volanti)...

 

Ma in medio oriente, abbiamo traccia di questo fantomatico generatore di energia?

 

Bagdad, 1936

Pila di Bagdad 2Wilhelm Konig, un archeologo di origine australiana, rinvenne nei sotterranei di un museo un vaso di argilla gialla, alto circa sedici centimetri, approssimativamente del II secolo a.C.

All'interno di questo vaso si trovava un cilindro di rame lungo dodici centimetri e largo quattro, saldato al coperchio con una lega di piombo e stagno. Sul fondo si trovava un disco di rame, sigillato con un materiale simile all'asfalto. Ulteriore “asfalto” sigillava il coperchio, tenendo ferma un asta di ferro che rimaneva sospesa al centro del cilindro di rame. Quest'asta appariva corrosa, come se fosse stata immersa in acido.

 

Pila di Bagdad 1Qui a sinistra potete vedere lo schema costruttivo...

Secondo Wilhelm Konig, che oltre ad essere un archeologo aveva anche studiato materie scientifiche, il cilindro di rame poteva essere un'antica pila elettrica.

Nel corso degli anni sono stati ritrovati anche altri esemplari di questo oggetto, non si tratta di un oggetto unico.

 

Quindi, nell'attuale Iraq, nel secondo secolo a.C. esistevano queste pile, che vengono anche descritte in testi sacri provenienti dall'Afghanistan.

 

 

 

 

 

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